I fitness tracker funzionano? I risultati di uno studio
I nuovi gadget indossabili per il monitoraggio degli allenamenti (e della salute) prodotti, tra gli altri, da Jawbone, Fitbit, Nike, Garmin e altre aziende hi-tech sulla carta dovrebbero aiutarti a correre più veloce, a pedalare più forte, o semplicemente motivarti a non startene fermo. Ma lo fanno davvero?
La risposta è… nì. Secondo lo studio di un team di medici dell’Università della Pennsylvania, questi dispositivi di solito non riescono a migliorare la forma fisica delle persone. E questo perché semplicemente registrare i passi, la velocità, le calorie bruciate non è sufficiente a innescare quelle modifiche del comportamento necessarie a migliorare le prestazioni atletiche (e non solo). “C’è un divario tra le informazioni registrate e il cambio di comportamento”, scrivono gli autori dello studio . “E nonostante la crescente popolarità di questi dispositivi, poche prove suggeriscono che stanno colmando questa lacuna”.
Dunque è inutile usarli? No: ma devi farlo con consapevolezza. Gli scienziati della Penn University hanno stilato 4 regole da seguire se decidi di regalarti un tracker (e non vuoi buttare via i soldi).
1. Devi volerlo davvero
Sebbene i tracker indossabili siano scesi di prezzo negli ultimi anni, la maggior parte di essi costano più di 100 euro. Dunque se proprio ne acquisti uno, fa’ che sia un buon investimento. Chiediti se lo vuoi veramente e sei disposto non solo a usarlo, ma anche a cambiare abitudini per raggiungere gli obiettivi. Altrimenti c’è il rischio che finisca nel cassetto dei gadget inutili.
2. Devi usarlo sul serio… e con lo smartphone
Sembra ovvio, ma secondo lo studio, l’inutilizzo è il principale motivo di fallimento dei fitness tracker. Circa la metà delle persone che acquistano questi dispositivi non li usano. I ricercatori affermano anche che le persone spesso non riescono a recuperare e valutare i dati registrati, se questi sono inviati al computer. Molto meglio dunque prenderne uno compatibile con il tuo smartphone: così è più facile che li legga.
3. Deve monitorare con precisione solo i dati di cui hai bisogno.
Secondo lo studio, alcune delle funzioni dei tracker indossabili, come l’accelerometro, hanno dimostrato di essere abbastanza precise. Mentre molte delle funzioni nuove, come il monitor della frequenza cardiaca e la misura del sonno, non hanno molte prove che ne confermano la validità.
Non solo. Un recente studio dell’American Council on Exercise ha dimostrato che i fitness tracker non sempre sono precisi, mettendone cinque alla prova (presto pubblicheremo lo studio su Wellblog, ndr). Quando i partecipanti camminavano o correvano su tapis roulant o ellittiche, i dispositivi monitoravano i loro passi con una precisione molto alta (90%). Ma quando i volontari eseguivano vari esercizi di agilità che richiedevano i movimenti meno ripetitivi, i tracker spesso sbagliavano. Inoltre, questi dispositivi non misurano il reale dispendio energetico. Quindi, se vuoi un consiglio… comprane uno che misuri i fondamentali, e non lasciarti impressionare da una lunga lista di funzioni e strumenti che non sempre mantengono ciò che promettono.
4. Deve darti un feedback tale da spingerti a migliorare.
Supponendo che i dati registrati siano accurati, secondo i ricercatori il tracker deve esporteli in modo chiaro, in un formato comprensibile (meglio se grafico) e facilmente accessibile (per esempio dall’app del tuo smartphone). Se puoi davvero leggere i dati senza difficoltà, è molto più probabile che tu possa modificare il tuo comportamento sbagliato e ottenere qualcosa: sia che ti voglia allenare per la maratona di New York, sia che voglia solo sfidare te stesso a non prendere l’ascensore per tutta la settimana.