Ti senti depresso? La musica classica può aiutarti

La depressione è una malattia a tutti gli effetti e come tale va trattata, diffidando di chi propone ricette miracolose. Ma è anche vero che medici e scienziati sperimentano continuamente nuove terapie contro quello che lo scrittore Giuseppe Berto definì Il male oscuro. E alcune, come per esempio la musicoterapia, si sono rivelate particolarmente efficaci nel ridurre i sintomi della depressione dopo l’ascolto periodico, anche solo di due settimane, di musica classica e barocca, come si legge sul sito Biomedicals.

“…Uno studio dei ricercatori dell’Università di Oaxaca, in Messico, ha valutato gli effetti della musicoterapia, paragonati a quelli della psicoterapia, in un gruppo di persone depresse. I ricercatori, dopo aver valutato mediante interviste la gravità dei sintomi depressivi dei soggetti reclutati, ha selezionato i pazienti con sintomi lievi e moderati (79 persone) e li ha successivamente suddivisi in due gruppi, assegnandoli in modo casuale alla psicoterapia (gruppo PT: 38 soggetti) e alla musicoterapia (gruppo MT: 41 soggetti). Ogni settimana gli studiosi hanno monitorato il livello di depressione dei soggetti reclutati mediante interviste e questionari auto-somministrati (Beck Depression Inventory, Hamilton Depression Scale). I soggetti assegnati alla psicoterapia hanno seguito una serie di incontri settimanali con un terapeuta dalla durata di 30 minuti, mentre coloro che hanno seguito la musicoterapia sono stati sottoposti  a una sessione individuale giornaliera autogestita di 50 minuti e, ad una sessione di gruppo una volta alla settimana, nelle quali hanno potuto ascoltare musica classica e barocca. I brani selezionati, sulla base di ricerche che confermano i loro effetti benefici sulle connessioni cerebrali, sono tre: il Concerto italiano in Fa maggiore, BWV 780 di Johann Sebastian Bach, il Concerto Grosso in Re maggiore, Op. 6 di Arcangelo Corelli e la Sonata per due pianoforti in re maggiore K. 448 di W.A. Mozart. Entrambi i tipi di terapia sono stati somministrati in modo continuativo per otto settimane consecutive”. (in realtà il concerto italiano di Bach è il BWV 971, ndr).

“…Al termine del periodo di trattamento, 29 dei 41 soggetti sottoposti alla musicoterapia hanno riportato significativi miglioramenti nei sintomi della depressione, mentre, tra i soggetti sottoposti a trattamento psicoterapeutico16 dei 38 soggetti reclutati hanno riportato gli stessi cambiamenti positivi; la differenza nel miglioramento tra i due approcci terapeutici risulta statisticamente significativa (è bene dire che lo studio è stato effettuato su soggetti con sintomi lievi e moderati e che pertanto, la psicoterapia, in sinergia con il trattamento farmacologico, è ancora il trattamento più indicato per depressioni di maggiore gravità, ndr)”.

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“…Secondo un altro studio (Sutoo, Akiyama, 2004) la musica di Mozart aumenta la trasmissione della dopamina regolando diverse funzioni del cervello, fra cui, si pensa, la riduzione dei sintomi in un numero di disturbi (fra cui la depressione) legati alla dopamina. La musica inoltre, secondo uno studio meno recente (Blood, Zatorre, 2001), attiva le aree del cervello coinvolte nelle emozioni e nelle “ricompense” positive, provocando intense e piacevoli risposte positive. In definitiva, il meccanismo che consentirebbe alla musica di avere un potere terapeutico risiede nella sua capacità di suscitare emozioni positive e influire positivamente anche su aspetti quali lo sviluppo e la rigenerazione dei neuroni”.

Miguel Mayoral Chavez, il ricercatore a capo dell’esperimento, è convinto che le persone che soffrono di depressione di bassa e media intensità “possono usare la musica per migliorare gli effetti del sostegno psicologico”. Non vale solo per Mozart: “diversi tipi di musica possono avere effetti diversi su persone diverse. Ma la musica che abbiamo scelto ottimista e stimolante – era chiaramente efficace. E i pazienti si sono anche divertiti”.

“All’inizio dello studio – continua Chavez – molti dei pazienti scelti non hanno mostrato una buona disposizione per ascoltare la musica. Ma in seguito, non solo hanno dimostrato di essere interessati, ma anche chiesto di ascoltare più musica di questo tipo”.

Qui trovate i video con le esecuzioni dei tre brani: un modo efficace per vedere se funzionano è ascoltarli tutti dall’inizio alla fine e capire l’effetto che fanno sul vostro umore. Come si dice… provare per credere.