I probiotici contro la depressione e l’ormone dello stress

E tu li prendi i probiotici? Un nuovo studio dell’Università di Leiden (Paesi Bassi) suggerisce che i probiotici possono aiutare a migliorare l’umore. E sono un buon integratore per combattere l’ansia e la depressione, o semplicemente per farti sentire meglio dopo una brutta giornata. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Brain, Behaviour and Immunity.

I ricercatori hanno esaminato 40 giovani adulti sani che non avevano disturbi dell’umore. La metà di loro ha consumato un integratore probiotico in polvere ogni sera per quattro settimane. L’integratore probiotico è stato chiamato Ecologic Barrier, e contiene otto tipi di batteri, come Bifidobacterium, Lactobacillus e Lactococcus (gli stessi che in passato hanno mostrato di ridurre l’ansia e la depressione). L’altra metà dei partecipanti ha preso un placebo, senza saperlo.

Le persone che hanno preso i probiotici hanno notato miglioramenti dell’umore e meno reattività agli stati d’animo tristi di quelli che hanno preso il placebo. E hanno riportato anche una ridotta ruminazione mentale, cioè una forma di pensiero ossessivo che può trasformarsi in depressione, e meno pensieri aggressivi.

“Anche se preliminari, questi risultati forniscono la prima prova che l’assunzione di probiotici può aiutare a ridurre i pensieri negativi associati all’umore triste”, ha detto Lorenza S. Colzato, autrice dello studio. “Come tali, i nostri risultati gettano una nuova luce interessante sul potenziale dei probiotici come terapia preventiva o adiuvante per la depressione”.

Non è la prima volta che i probiotici vengono associati al buon umore. Altri studi hanno esaminato questo collegamento, scoprendo che le persone che prendono probiotici hanno più bassi livelli di ansia e depressione, e soprattutto di cortisolo – l’ormone dello stress – nella saliva quando si svegliano al mattino. E che i batteri intestinali possono influenzare i livelli di triptofano, un aminoacido che l’organismo utilizza per la produzione di serotonina.