immagini di cibi ricchi di vitamina D come salmone e burro

Davvero la Vitamina D protegge dal Covid-19?

Domanda: È vero che la Vitamina D protegge dal Covid?

Quando parliamo di Covid-19 non c’è nulla di definitivo e assoluto, in fatto di cure. Ma è vero che qualche giorno fa uno studio ha trovato una connessione tra le persone con bassi livelli di vitamina D e il loro successivo ricovero in ospedale per covid. Dunque sì, assumere vitamina D, se i tuoi livelli sono bassi potrebbe essere una buona idea (ma come sempre in questi casi prima consultati col tuo medico).

Lo studio

Un team di ricercatori ha studiato i livelli di vitamina D in 7.807 persone, di cui 782 sono risultati positivi al COVID-19 e 7.025 negativi. Il livello medio di vitamina D nel plasma di quelli che erano risultati positivi per COVID-19 era significativamente più basso rispetto a quelli che erano negativi.

Lo studio, realizzato da ricercatori del Leumit Health Services (LHS) e della Facoltà di Medicina Azrieli dell’Università di Bar-Ilan, in Israele, è stato pubblicato sul FEBS Journal e conferma quello che già avevano ravvisato studi precedenti e cioè che può essere utile assumere integratori di vitamina D e trascorrere 30 minuti al sole.

 

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Vitamina D

La vitamina D, cos’è perché ci serve e come ci protegge dal Covid

La vitamina D, popolarmente chiamata la vitamina del sole, viene prodotta naturalmente dall’organismo quando ci esponiamo al sole. È anche presente in alcuni alimenti come pesce, uova e latticini fortificati. I normali livelli di vitamina D riducono il rischio di contrarre una serie di malattie, tra cui influenza, infezioni, sclerosi multipla, patologie cardiache, malattie autoimmuni, diabete di tipo 2, obesità e declino cognitivo correlato all’età. La vitamina D è anche utile per prevenire le malattie legate al metabolismo osseo e del calcio. Il fegato converte la vitamina D in una forma utilizzabile, il plasma 25-idrossivitamina D (o calcidiolo), che è anche ciò che la maggior parte degli esami del sangue della vitamina D cerca, incluso il test utilizzato dai ricercatori dello studio israeliano.
“La nostra scoperta è in accordo con i risultati di precedenti studi sul campo. È stato riportato un ridotto rischio di infezione del tratto respiratorio acuto in seguito alla supplementazione di vitamina D”, ha dichiarato il dott. Ilan Green, capo dell’istituto di ricerca LHS.

I vari studi sulla vitamina e il covid

Lo studio israeliano è solo l’ultimo di una serie di ricerche sul rapporto tra infezione da covid e bassi livelli di vitamina D. Gli autori di un articolo pubblicato da Alimentary Pharmacology & Therapeutics sono arrivati risultati simili, sostenendo che una marcata variazione nella mortalità si verifica sopra o sotto i 35 gradi di latitudine nord, cioè la linea sopra la quale non è possibile per le persone ottenere abbastanza luce solare per conservare la vitamina D durante i mesi invernali. Quando la mortalità per milione viene incrociata con i dati relativi alla latitudine, i risultati suggeriscono che la vitamina D svolge un ruolo nella manifestazione dell’infezione da SARS-CoV-2. I dati sono stati raccolti da paesi che hanno segnalato più di 150 persone infette entro il 15 aprile 2020.
Un secondo articolo pubblicato nell’aprile 2020 ha ipotizzato che la vitamina D protegge il corpo dalle infezioni da SARS-CoV-2 e ha cercato di valutare se esistesse un’associazione tra i livelli di vitamina D e il numero di infezioni da COVID-19. I dati includevano solo paesi europei e hanno trovato una relazione significativa tra il livello medio di vitamina D e il numero di infezioni. Le persone più vulnerabili a questa infezione respiratoria erano quelle che presentavano una carenza maggiore. I ricercatori hanno concluso che i risultati supportano il consiglio di integrare con vitamina D per proteggersi dall’infezione SARS-CoV-2.
E un altro studio ancora ha valutato il ruolo della carenza di vitamina D nella prevenzione delle infezioni respiratorie ed è giunto a risultati simili. I ricercatori hanno scritto che la vitamina D ha “un effetto protettivo significativo” e ha ridotto il rischio di infezione respiratoria acuta dal 60% al 32% nei partecipanti. Inoltre secondo loro la vitamina D può aiutare a prevenire le infezioni respiratorie e ridurre l’uso di antibiotici.

Quanta Vitamina D assumere?

Sebbene i ricercatori raccomandino di assumere una quantità specifica di vitamina D3, è impossibile prevedere realmente di quanta potresti aver bisogno, a meno che non ti sottoponi a un esame del sangue che lo rivela. In genere, gli intervalli vanno da 2.000 a 10.000 unità (UI) al giorno, ma ci sono molte variabili che contribuiscono a questa dose: ecco perché i test sono molto importanti ed è meglio non fare da sé.

6 cose che (forse) non sai sulla protezione solare

Se vuoi proteggerti dagli effetti più nocivi del sole, evita i suoi raggi tra le 10:00 e le 2:00 (da aprile a settembre nell’emisfero nord); indossa un cappello a tesa larga e occhiali da sole (assicurarsi che gli occhiali da sole blocchino almeno il 99 per cento dei raggi UVA e UVB); e utilizza la protezione solare. A proposito di quest’ultima:

 1.    Scegli filtri solari che offrano protezione “ad ampio spettro” – che significa in grado di bloccare i raggi UVB e alcuni UVA. Cerca ossido di zinco, biossido di titanio, e Parsol 1789 tra gli ingredienti, e evita di usare formulazioni come “micronizzata” o “nano”.

    2.    Acquista crema solare con un SPF di almeno 15. Questo blocca circa il 93 per cento dei raggi UVB. Numeri SPF più alti non necessariamente ti daranno tanta maggiore protezione, ma tendono a rimanere più a lungo efficaci.

    3.    Usala generosamente. Hai bisogno di almeno 20/30 grammi di crema (la quantità che serve per riempire un bicchiere) per coprire tutto il corpo.

    4.    Applica la protezione solare da 15 a 30 minuti prima di andare all’aperto in modo che possa essere assorbita dalla pelle.

    5.    Assicurati di riapplicare la crema solare ogni due ore e dopo ogni bagno. Non importa quello che dice l’etichetta, una sola applicazione della crema solare non durerà tutto il giorno e non resisterà alle tue immersioni in acqua.

    6.    Ricorda che l’esposizione solare è il modo migliore per mantenere livelli ottimali di vitamina D, quindi non evitare del tutto la luce del sole sulla pelle nuda. Quanto? Secondo Michael F. Holick, autore del libro la Soluzione Vitamina D, se hai la pelle chiara, il consiglio è di passare 20-30 minuti al sole con le braccia e le gambe a vista (non il volto) tra le 11:00 e le 3:00 due tre volte a settimana da marzo a maggio e da settembre a ottobre, e solo 15-20 minuti nei mesi di luglio e agosto, quando il sole in più forte. Se rimani all’aperto più lungo del tempo specificato, applica la protezione solare