Integratori e vitamine: come riconoscere i prodotti di qualità

19 Ottobre 2015

A marzo 2015, il procuratore generale di New York ha aperto un’inchiesta sulla famosa catena di integratori GNC e altre tre, tra cui Walmart, per informazioni fraudolente sulla composzione dei suoi integratori, che avrebbero potuto mettere a rischio la salute dei consumatori.

Una doccia fredda per tutti coloro che ripongono speranze nell’utilizzo degli integratori, anche se in seguito la catena GNC ha sottoscritto un accordo con la procura per eseguire controlli più severi e tutelare al meglio i consumatori. Ma la domanda resta: è possibile capire se un integratore è di qualità e mantiene in termini di ingredienti ciò che promette? Lo abbiamo cheisto a Roberto Cannataro, il nostro nutrizionista di riferimento.

Come riconosciamo la qualità di un integratore?
Non è facile. Qualcosa che si può sempre guardare è la provenienza delle materie prime, quasi mai chi vende gli integratori li produce direttamente, se il produttore è dichiarato espressamente è sintomo di trasparenza, magari chiedere anche tramite e-mail di avere notizie dei fornitori delle materie prime.

Esistono certificazioni che garantiscono la qualità di un integratore?
Di fatto no, o almeno non ce ne sono di davvero affidabili, la notifica al nostro ministero è appunto una notifica che l’integratore è messo sul mercato e non contiene sostanza non notificate, ma sulla bontà dello stesso si dice poco e controlli non ce ne sono mai. Ci sono certificazioni che hanno avuto successo pur non essendo ufficiali, ad esempio la IFOS per gli omega3, rilasciata da una università canadese e non riconosciuta dal governo del Canada.

Quanto è credibile l’etichetta?
L’etichetta dovrebbe esserlo, anche perché dichiarazioni mendaci sono perseguibili, il problema è quando si sta “nei limiti”, ovvero per le proteine in polvere è prevista una tolleranza del 10% (12% in USA), quindi chi vuol fare il furbo si prende tutto quel limite chi è onesto ha una differenza data dai processi di lavorazione che raramente, se operati con criterio, raggiunge il 5%.

Come possiamo capire la differenza tra l’integratore di un’azienda seria e quello di un’azienda meno seria?
Domanda da 1 milione di dollari! Personalmente preferisco la marche italiane, almeno se scrivo una email rispondono presto e in italiano. Purtroppo è difficile dare dei parametri generali, tendenzialmente preferirei un’azienda media, per una grande una sanzione milionaria può essere un’inezia, per una piccola potrebbe essere il guadagno a giustificare il rischio. Ma sono supposizioni che non possono essere valide in maniera assoluta. Anche i feedback online non sempre sono veritieri. Se giudico un integratore dal gusto, non è detto che funzioni. Il consiglio è sempre quello di rivolgersi a un professionista esperto.

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