Vitargo: 5 cose da sapere prima dell’assunzione

19 Febbraio 2016

Si fa un gran parlare del vitargo, un integratore molto apprezzato dagli atleti per le sue caratteristiche energetiche. Ecco 5 cose che potrebbe esserti utile sapere…

vitargo: 5 cose da sapere

1. Cos’è il vitargo?

Scientificamente è un polimero di glucosio derivato da amidi, ovvero, una lunga catena di molecole di glucosio, non è dunque un prodotto di sintesi chimiche.

2. Quali sono le sue caratteristiche?

E’ ovviamente un fonte di glucosio (zucchero), ma ha un vantaggio fondamentale, quello di racchiudere in una sola molecola decine di unità di glucosio.

Bisogna parlare, per comprendere meglio, dell’effetto igroscopico (ovvero la capacità di attrarre acqua) del glucosio. Più molecole di glucosio ci sono in un compartimento, più acqua verrà richiamata acqua in quel compartimento. Se questo succede nel nostro intestino le conseguenze possono essere poco piacevoli…

3. Come e quando utilizzare il vitargo?

Ogni volta che si vuole assumere una quantità consistente di glucosio, dopo un allenamento intenso, in particolare dopo una sessione di pesi, in quanto sarebbero necessari dai 30 ai 50g di glucosio, che potrebbero facilmente provocare dissenteria o disconfort intestinale, da assumere tutti insieme in modo da avere una risposta insulinica importante (voluta nel postworkout).

E durante un’attività di endurance (ciclismo, corsa di lunghe distanze) sorseggiato durante la competizione, in modo da avere un apporto costante di glucosio (quindi energia), senza il solito disconfort intestinali né picchi glicemici

4. Ha effetti indesiderati?

A meno di non essere celiaci o intolleranti al glutine (ne può contenere tracce), non ci sono altre indicazioni.

5. Consigli per l’uso

Il vitargo però un piccolo difetto: non è molto solubile (essendo un polimero non potrebbe esserlo), dunque se tenuto in una borraccia va agitato prima di berlo. Ha un prezzo che non risulta economico, dunque da considerarsi un prodotto “tecnico”, magari prima di acquistarlo, valutatene la reale necessità, anche confrontandolo con fonti di carboidrati “convenzionali”.

Per saperne di più…

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